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Metafora N°140 è un’opera che esplora la tensione tra ordine e disgregazione, tra struttura e frammentazione. Gli elementi si sovrappongono come strati di memoria visiva, incastri di forme che sembrano in bilico tra stabilità e rottura. Le linee nere spezzano il campo cromatico, tagliano il giallo vibrante e il blu profondo, creando un ritmo visivo che evoca tensione ed energia trattenuta. Le strisce orizzontali, parzialmente sollevate, introducono un senso di movimento, quasi un respiro che attraversa la superficie pittorica. La materia pittorica si fa protagonista con strappi, pieghe e sovrapposizioni che accentuano il senso di un’opera in continua trasformazione. Il colore non è mai statico: il giallo si accende e si spegne, il blu si insinua come un’ombra liquida, il rosso compare come un segnale di rottura.
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Non c’è un punto fisso, ma una continua ricerca di equilibrio tra le forze in una costruzione che nasce dall’atto stesso di frammentare e ricomporre. È una metafora dell’instabilità della percezione, della memoria che si scompone e si riassembla in nuovi significati. Ogni frammento dialoga con gli altri, creando un’armonia imperfetta, un equilibrio precario che invita lo spettatore a esplorare non solo la materia, ma anche lo spazio tra le forme, il vuoto che diventa parte integrante della composizione.
Maria Stones, critica d'arte
Acrilico su carta Frabiano su panello PVC 70x100 cm
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