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Paesaggio Mentale 196 di Roberto Tagliazucchi è una tensione sospesa, una ferita che attraversa lo spazio con la forza di un segno indelebile. Il nero spezzato taglia la superficie come una cicatrice, un confine che separa e al tempo stesso lega. Il viola e il rosso emergono come vene pulsanti, come tracce di un’energia sotterranea che non si placa. La materia vibra, le ombre si allungano, le superfici si sfiorano senza mai toccarsi davvero. Una linea dorata attraversa il dipinto, fragile e instabile, un equilibrio precario tra collisione e armonia. C’è un senso di lotta e resistenza, di qualcosa che cerca di ricomporsi ma continua a frantumarsi. Il silenzio del fondo si riempie di tensione, di movimenti trattenuti,
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di echi di qualcosa che è accaduto o sta per accadere. Il paesaggio non è uno spazio fisico, è uno stato d’animo, un istante sospeso tra la rottura e la possibilità di un nuovo inizio.
Maria Stone. critica d'arte
Acrilico su carta Frabiano 52x38 cm
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