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Un caos orchestrato, un equilibrio instabile dove ogni frammento sembra trattenere un respiro, sospeso tra collisione e armonia. Il nero profondo inghiotte la luce, mentre squarci di rosso emergono come ferite improvvise, segnali di un’energia che si dibatte per farsi spazio. Linee spezzate, tagli netti, sovrapposizioni che sembrano voler ricomporre qualcosa che è andato perduto, ma che forse non può più tornare intero. Nel cuore della composizione, un elemento chiaro, quasi fragile, sfida la gravità della scena. Una presenza estranea o un punto di fuga? Il colore si contorce, la materia si stratifica, tutto sembra lottare tra il restare e l’andarsene. La tensione è palpabile, ma non esplode: resta lì, in un dialogo silenzioso tra forze opposte.
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L’opera è un enigma visivo, una metafora dell’incertezza, della costruzione e della distruzione che convivono nello stesso istante. Non c’è una risposta univoca, solo frammenti di significati possibili, schegge di pensieri che si ricompongono e si dissolvono a ogni sguardo.
Acrilico su carta Frabiano su panello PVC 70x70cm
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